Motonave Vulcania | I quadri votivi del Santuario di Nostra Signora di Montenero – Riomaggiore

Motonave Vulcania I quadri votivi del Santuario di Nostra Signora di Montenero – Riomaggiore   L’ex voto è stato donato da Giuseppe Bonanini di Brizio e Giovanni Pasini fu Luigi a nome dell’equipaggio della Mn Vulcania  “per grazia ottenuta durante 72 ore di ciclone.

Motonave Vulcania

I quadri votivi del Santuario di Nostra Signora di Montenero – Riomaggiore

 

L’ex voto è stato donato da Giuseppe Bonanini di Brizio e Giovanni Pasini fu Luigi a nome dell’equipaggio della Mn Vulcania  “per grazia ottenuta durante 72 ore di ciclone. 2-5 marzo 1951”.

Il quadro presenta sulla destra in alto l’effigie della Madonna di Montenero e raffigura la nave sferzata da onde altissime.

La motonave Vulcania, insieme alla gemella Saturnia, è stata protagonista della grande stagione dei transatlantici italiani impiegati sulle linee per le Americhe. Varata nel 1926 nei cantieri di Monfalcone per la società triestina di navigazione Cosulich, aveva una stazza lorda di 24.000 tonnellate, una lunghezza di oltre 180 metri e una velocità di 19 nodi. Imbarcava 400 uomini di equipaggio e inizialmente 1780 passeggeri.

La novità che caratterizzava questa splendida nave era rappresentata dalla installazione di grandi motori diesel invece delle turbine a vapore. Molto curati erano gli alloggiamenti e le sale di servizio. Rimodernata nel 1930, con i nuovi motori Fiat poteva raggiungere i 21 nodi di velocità.

Nel 1937 passò alla Società Italia, che la impiegò sulla linea Trieste–New York. Con la Saturnia, portò a termine il rientro di 30.000 profughi italiani provenienti dall’Africa Orientale. Caduta in mano tedesca dopo l’8 settembre 1943 e, a fine guerra, utilizzata dagli Americani per riportare a casa i loro soldati dall’Europa, riprese poi la sua attività con la Società Italia sulla linea Genova-Nord America. Con l’entrata in servizio della Andrea Doria e della Cristoforo Colombo, il porto di partenza della Vulcania divenne Trieste. Nel 1965 fu venduta alla SIOSA Line dei fratelli Grimaldi di Napoli e fu trasformata in nave da crociera. Nel 1972 terminò la sua lunga carriera, avviata alla demolizione a Taiwan.


Motorship Vulcania

I quadri votivi del Santuario di Nostra Signora di Montenero – Riomaggiore

 

The votive offering was donated by Giuseppe Bonanini di Brizio and Giovanni Pasini, son of Luigi, on behalf of the crew of the Vulcania “for mercy obtained during the 72-hour cyclone, March 2-5, 1951.”

The painting features the effigy of the Madonna of Montenero on the top right and depicts the ship being lashed by very high waves.

The motor vessel Vulcania, along with her sister ship Saturnia, was a key player in the great era of Italian ocean liners serving the Americas. Launched in 1926 at the Monfalcone shipyard for the Trieste-based shipping company Cosulich, she had a gross tonnage of 24000 tons, a length of over 180 meters, and a speed of 19 knots. She carried a crew of 400 and initially 1,780 passengers.

The innovation that characterized this splendid ship was the installation of large diesel engines instead of steam turbines. The accommodations and service rooms were meticulously designed. Refitted in 1930, with new Fiat engines, it could reach a speed of 21 knots.

In 1937, she was transferred to the Società Italia, which deployed her on the Trieste-New York line. With the Saturnia, she completed the repatriation of 30,000 Italian refugees from East Africa. Having fallen into German hands after September 8, 1943, and after the war, used by the Americans to bring home their soldiers from Europe, she resumed service with the Società Italia on the Genova-North America line. With the entry into service of the Andrea Doria and the Cristoforo Colombo, the Vulcania’s home port became Trieste. In 1965, she was sold to the SIOSA Line of the Grimaldi brothers of Naples and converted into a cruise ship. Her long career ended in 1972, when she was sent to Taiwan for scrapping.